Cosa dire sulle nuove norme sugli appalti e su Salvini
Le nuove norme sugli appalti, approvate negli scorsi giorni in Consiglio dei Ministri e promosse dal VicePremier Matteo Salvini cambiano completamente rotta rispetto a quelle che governavano fin’ora codesta materia.
Invocando lo snellimento burocratico, Matteo Salvini apre a chiunque, ovvero sarà chi deve commissionare i lavori a decidere a chi commisionarlo, la porta per accedere al lavoro, purchè la spesa non superi i 150.000 Euro.
Da registrate il fatto che la maggior parte dei lavori, come cita il Corriere della Sera, staziona proprio sotto quella cifra, quindi è indubbio che non saranno determinati requisiti a scandire quale Società riuscirà ad aggiudicarsi l’appalto ma sarà a discapito del committente.
Ovviamente questo implica l’ipotesi di un certo grado di intrusione di società che non è detto siano in linea con il buon gusto civile ma va anche dato atto al VicePremier che non ha tutti i torti a voler velocizzare i tempi per permettere l’inizio dei lavori e per non impantanarsi, come spesso può accadere su cose che non hanno senso, e che di fatto mettono in ombra alcune compagini oneste che potrebbero si accedervi ai lavori.
C’è del buono e c’è del male in questo nuovo regolamento. Toccherà dare spazio alla rsponsabilità civile di ognuno e agli organi di vigilanza, in modo tale che non si scateni un pandemonio economico a favore della mala o di altre organizzazioni poco virtuose.