Dracula, di Giovanni Cugliari

Cap 2

 

Quando giunsi a casa, oramai era quella la mia casa, feci subito che mettere Luna in libertà nel cortile. Le davo la possibilità di stare dentro o fuori, l’importante era che non si perdesse o che scappasse, altrimenti il mio cuore non avrebbe retto facilmente. Poi mi infilai nello studio, aprii gli appunti del progetto a cui stavo lavorando, mi sedetti sulla poltrona e incominciai a pensare.

Mentre ero Direttore del Museo gestivo un Tabloid digitale e un giornale, sempre digitale di moda. Li avevo fondati l’anno prima e cercavo in qualche modo di mantenerli vivi sul mercato.

Avevo assunto due collaboratori per il Tabloid e una redattrice esperta di moda per Diva&Vamp, il mio foglio rosa diciamo.

Tutti e tre alloggiavano al Castello. Vitto e alloggio più uno stipendio di circa milleecinquecento euro al mese. Di loro non mi lamentavo. Li avevo scelti con cura, si comportavano bene, lavoravano il giusto e mi tenevano compagnia visto che per lo più ero solo.

Non avevo amici, non avevo nessuno con cui confidarmi, così colsi l’occasione di assumere quei tre e tenerli con me per avere qualcuno con cui poter scambiare quattro chiacchiere durante il pranzo, la cena e nel tempo libero che ci rimaneva.

Il Castello non era lontano dal centro città, quindi per loro non era difficile avere una vita sociale fuori dall’orario di lavoro. In più ogni tanto dispensavo loro qualche regalo. Abiti soprattutto. Volevo che i miei collaboratori si vestissero in modo elegante, in stile dandy, come mi vestivo io. Tolleravo cose peggiori ma sull’abbigliamento ero intransigente. A loro non dispiaceva anzi, erano felici, perchè di carattere me li ero scelti bene, però per sicurezza fornivo loro quello di cui l’occhio, sia il mio, sia il loro e sia quello di chi veniva a farci visita, necessitava.

Appesi il disegno del progetto sul Tecnigrafo e mi misi a fissare alcune quote.

Poi il telefono squillò.

Era la reception del Museo che mi avvisava che stava per presentarsi al colloquio per la posizione di segretaria che avevo deciso di offrire, una ragazza.

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