Juve, anche Chiesa vuole il portafogli gonfio
Juve, anche Chiesa vuole il portafogli gonfio.
Che il trend sia schizzato già da qualche anno, quello che ha consegnato nelle mani dei procuratori il potere di spillare quanti più soldi alle società è cosa già appurata.
Che qualcuno abbia drizzato le antenne anche. Che la morte di Mino Raiola possa aver agito da detonatore per l’esplosione di un sistema calcio non più sostenibile anche questo, nonostante sia brutto da dire, pare comprensibile.
Il punto è che il calcio, nella fattispecie quello Italiano ha abbassato l’asticella del talento, dell’estro, della fantasia. Inversamente proporzionale però è stato l’incremento degli stipendi, complici appunto quei procuratori che godendo di percentuali sui contratti firmati, detengono tutto l’interesse ad aumentare le cifre.
Dunque ecco che spuntano come funghi nel mese di ottobre richieste non congrue all’apporto del giocatore per la squadra nella quale milita.
Richieste gonfiate che non trovano giustificazioni soprattutto molto spesso al netto dell’età, e quindi dell’apporto sportivo versato per il club, del lato tecnico che in molti casi si può dire buono ma non da fuori classe e da atteggiamenti molto ego-gonfiati che marciscono lo sport e ne fanno una vetrina di super star che sfilano per i prati verdi. L’ultimo caso è Chiesa della Juventus. Un giocatore di qualità, certo, nella fattispecie anche più maturo rispetto ai suoi coetanei – almeno così ha dimostrato sin’ora – che però adesso scivola nel club dei pretendenti, nel club dei narcisi sportivi, a margine oltretutto di una stagione, con tutte le dovute giustificazioni certo, ma insufficiente.
Ecco, Chiesa sembra che abbia portato la Juve a vincere Campionato e Champions League dalle sue richieste.
Un film già visto con Insigne nel Napoli per esempio.
Un film che abbassa sempre più il livello tecnico dei calciatori a fronte di ingaggi mostruosi che pompano l’immagine che questi hanno di loro stessi, trasformandoli in pupazzi con fuori serie che sfrecciano per la città, ma che poi in campo non fanno la differenza.