La Soubrette incavolata

“Signorina Milena! Signorina Milena!” Qualcuno bussò alla porta del mio camerino. Mi voltai in quella direzione, poi ripresi a guardarmi allo specchio mentre buttavo giù il mio drink alla frutta.

“Signorina Milena!” L’uomo continuò a bussare sbraitando, come se dovesse annunciare la fine del mondo o qualcosa del genere.

“Non c’è la signorina Milena!” Urlai.

“Scusi allora lei chi è?” L’uomo prima di domandarmelo aveva fatto una pausa di qualche secondo, sicuramente aveva cercato di scannerizzare la mia voce.

“Milena è morta!” Risposi dopo aver buttato giù un altro sorso.

“Signorina Milena non faccia così! La stanno aspettando tutti sul palco. Il conduttore ha mandato in onda la pubblicità ma è meglio che si sbrighi.”

Mi alzai e andai ad aprire.

“Dov’è la mia gatta?”

“Gatta?”

“Sole, la mia gatta, dov’è finita?”

“Io non so niente signorina Milena della sua gatta, non so cosa dirle…davvero…”

“Dica al conduttore che senza Sole io a menare il culo al suo fianco non ci vado!”

“Ma signorina Milena…”

“E basta co sto signorina Milena!” Feci che tornare a sedermi.

“Mi scusi,” disse l’uomo, “Non era mia intenzione infastidirla, e…solo che mi hanno raccomandato di dirle che fra cinque minuti siamo in onda.”

“Vieni qui.” Gli ordinai.

L’uomo entrò, si tolse la coppola che aveva in testa e se la rigirò tra le mani come fosse il volante di un auto, all’altezza della vita.

Mi scollai il vestito e gli ordinai: “Baciami!”

“Come scusi?”

“Ho detto baciami!”

L’uomo nonostante il la sensazione di disagio si avvicinò, si piegò verso di me con discrezione e mi stampò un bacetto innocente sulle labbra.

Mi scollai ancora di più il vestito, mi drizzai in piedi e lo baciai come fossi sul set di un film per adulti.

Rimase intontito. Non capiva.

“Signorina Milena, lo spettacolo inizia fra cinque minuti,” ribadì a bassa voce, spaventato di ripetermelo ancora una volta.

“Digli che ho avuto un malore, digli che sto male di brutto.”

“Ok va bene ma…”

“E poi va a cercarmi Sole. Dev’essere in giro, ma non vorrei che fosse uscita dagli studi e qualche macchina l’abbia presa sotto.”

“Va bene signorina Milena, come vuole.”

“Dai, ci vediamo dopo lo spettacolo, ti porto a fare un giro.”

“Ok, va bene, io…”

“Va ora! Levati dalle palle!”

L’uomo corse via. Io tornai a bere il mio drink alla frutta davanti allo specchio. La vita faceva schifo. il mondo faceva schifo; e senza Sole col cazzo che andavo a dimenare le chiappe con quell’altro scemo.

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