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L’autunno caldo di Meloni tra norme e decreti

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Meloni al timone, cuneo fiscale e extraprofitti, no alla privatizzazione dei porti

L’autunno caldo di Meloni tra norme e decreti

L’autunno caldo di Meloni tra norme e decreti.

Le vacanze estive stanno per lasciare il posto all’ordinario lavoro parlamentare per il Governo Italiano. Martedì 5 settembre Camera e Sanato saranno impegnate per alcune ratifiche di accordi internazionali.

Bullismo e l’istituzione della commissione parlamentare di inchiesta sul Forteto. La Camera dei deputati sarà chiamata su questi temi.

Settembre poi segna anche l’avvio della preparazione della manovra: entro il 27 settembre, infatti, il governo deve presentare la Nadef, ovvero l’aggiornamento delle stime economiche indicate in primavera nel Def.

Entro il 15 ottobre, Meloni e i suoi dovranno inviare a Bruxelles la programmazione della Legge di Bilancio Infine, e entro il 20 ottobre il governo deve approvare in Cdm e poi trasmettere alle Camere il disegno di legge di Bilancio vero e proprio anche se spesso il termine entro il quale compiere tale atto slitta di qualche tempo.

In questi giorni sono due i temi che hanno tenuto Meloni attanagliata alle polemiche.

La norma sulla tassa sugli extraprofitti sulle banche che ha visto un contenzioso all’interno della stessa maggioranza tra Tajani, guidato da Marina Berlusconi, e Meloni e il Salario Minimo alla quale Meloni oppone la delega fiscale come strumento per far ripartire l’economia italiana.

A fine settembre scade la proroga decisa dal governo sul bonus bollette, a sostegno delle famiglie in difficoltà: si attende la decisione del governo su un eventuale altro rinnovo.

La valutazione positiva da parte di Bruxelles, finalmente, sulla terza tranche di pagamento e le proposte di modifica di alcune misure sulla quarta, una volta approvata dagli Stati membri, consentiranno all’Italia di ricevere entro quest’anno il totale di 35 miliardi di euro previsti dal Pnrr, ha spiegato il ministro Fitto.

Infine il Mes, oggetto di dubbi e perplessità della maggioranza trainata da Meloni ma che dopo la sospensiva di quattro mesi votata a luglio dalla Camera, dovrà affrontare a novembre (l’Italia è l’unico tra i paesi dell’Eurozona a non aver ancora dato il via libera alla modifica del cosiddetto ‘Fondo salva Stati’).

L’iter per le norme in materia di Giustizia proposte da Nordio fin’ora si preannunciano in salita, quella sulla cancellazione del reato di abuso d’ufficio soprattutto, e poi i limiti al potere di appello del pm e l’ampliamento dei divieti per i giornalisti in materia di intercettazioni.

Tra i provvedimenti da riprendere in autunno c’è anche la proposta di legge per rendere la maternità surrogata reato universale: norma fortemente voluta da FdI, ha incassato il via libera della Camera e ora la parola definitiva toccherà al Senato.

Sempre il Senato dovrà occuparsi poi di un altro dossier ‘delicato’: l’istituzione della commissione parlamentare di inchiesta sul Covid, con le modifiche al testo dopo le osservazioni del Capo dello Stato.

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