Meloni al timone, cuneo fiscale e extraprofitti, no alla privatizzazione dei porti
Meloni al timone, cuneo fiscale e extraprofitti, no alla privatizzazione dei porti.
Dopo il Cdm tenutosi nella giornata di lunedì, possiamo mettere nero su carta quanto intende il Premier Giorgia Meloni nel proseguire la propria legislatura.
L’agenda economica del capo del Governo prevede una gestione delle risorse migliore di quanto fatto fin’ora, in primis con l’attuazione della cuneo fiscale: “In Cdm non ho parlato di risparmi ma di miglior utilizzo delle risorse. E comunque è presto per anticipare le misure. Ne stiamo ancora discutendo col ministro dell’Economia e con i ministri. Tra gli obiettivi comunque c’è sicuramente quello del taglio del cuneo fiscale.”
Sugli extraprofitti delle banche Meloni è chiara: “Il profitto è chiaramente il motore di un’economia di mercato. Ma questo vale quando il profitto deriva dall’intraprendenza imprenditoriale. Cosa diversa è quando registriamo profitti frutto di rendite di posizione. Gli extraprofitti delle banche sono il frutto della decisione della Bce di alzare il tasso di interesse. Gli istituti di credito – puntualizza Meloni – hanno adeguato con grande tempestività gli interessi attivi, quelli relativi, per esempio a un mutuo. Gli interessi passivi, invece, li hanno lasciati invariati. Tassare quel margine è una cosa di buon senso. Non c’entra con certi commenti che ho letto, ‘volete tassare la ricchezza guadagnata’. Io non tasserò mai il legittimo profitto imprenditoriale e agirò sempre per aiutare a creare ricchezza. Però non intendo difendere le rendite di posizione.”
“Il tema della privatizzazione dei porti non è all’ordine del giorno,” ha dichiarato ancora Meloni dopo che Antonio Tajani, Vicepremier e Capo della Farnesina aveva lanciato la proposta al meeting di Rimini, rivendicando una lotta liberale nonostante la maggioranza sia a trazione conservatrice “e non credo sia un tema da campagna elettorale” ha concluso la Premier.
“Non prevedo che il nostro rapporto con la Cina diventi complicato. Tra Roma e Pechino le relazioni sono antiche e ci sono grandi e reciproche convenienze, non solo in ambito commerciale. Penso, ad esempio, che la Cina possa essere un ottimo partner per il lusso italiano. Al di là dell’accordo sulla Via della Seta, su cui le scelte andranno meditate e discusse in Parlamento, non c’è una relazione diretta tra quella firma e le relazioni commerciali. “Il paradosso è che siamo l’unico Paese del G7 ad aver aderito alla Via della Seta ma non siamo affatto il Paese del G7 o il Paese europeo col maggior interscambio con la Cina. Il che dimostra – conclude – come non ci sia un nesso tra le due cose. Ne parleremo con serenità e amicizia col governo cinese e sono convinta che i nostri rapporti continueranno a essere solidi”.
“Naturale che in vista delle Europee si valorizzino le differenze. Ma sono ottimista. Nel centrodestra siamo sempre stati capaci di fare sintesi su tutto. Capiamo la responsabilità di un governo che può durare a lungo. Nessuno metterà a repentaglio tutto questo per un punto percentuale alle Europee. Sono convinta che lavorando bene tutti i partiti della maggioranza potranno crescere e io farò quello che posso perché si vada in questa direzione”
Fonte: Agi