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Per il partito di Meloni ora è prova del nove

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Per il partito di Meloni ora è prova del nove

Prova del nove per il partito di Meloni che si contenderà l’elettorato il 28 e il 29 Maggio contro il Partito Democratico di Elly Schlein in vista dei ballottaggi per le amministrative 2023.

In evidenza i capoluoghi di Ancona, Brindisi, Vicenza, Pisa, Siena, Massa e Terni. Ma nel complesso saranno chiamati al voto 1,3 milioni di elettori in 41 città.

Il partito di Meloni ha avuto le idee chiare in questi primi mesi di governo. Un governo che ha fronteggiato in primis l’emergenza energetica – prima che il partito di Meloni prendesse il comando della nave, Mario Draghi aveva iniziato a tessere la rete Nord – Centro Africana per riuscire in un periodo relativamente breve a sostituire le fonti Russe – poi l’inflazione e la recessione, dispensando dei piccoli aiuti anche se il prezzo dei consumi continua a salire vertiginosamente. Semi stop al taglio delle accise sul versante caro benzina. No al salario minimo che costringe, dobbiamo ammetterlo, ad avere tutto il manico del coltello per i titolari d’impresa in alcuni settori dove non sono stipulati contratti collettivi di lavoro.Bene per quanto riguarda il conflitto in Ucraina. Il partito di Meloni si è schierato al fianco di Kiev nella battaglia che vede il capo dello Stato Zelenzky contro Vladimir Putin. Solo Giuseppe Conte e Silvio Berlusconi si sono detti contrari all’invio di armi e all’aumento della spesa militare, mentre ancora ambigua è la posizione della Schlein che probabilmente su questo tema ha bisogno di più tempo per rendersi conto da quale parte vuole stare.

L’arresto di Messina Denaro e la lotta alla criminalità organizzata più di un punto a favore della Premier.

Ma stranezze il partito di Meloni ne ha messe in tavola più di una.

Dall’ipotesi di stop al fumo di sigarette all’aria aperta, al divieto di consumare rapporti sessuali in auto appartati.

I rave, prima mossa del partito di Meloni, celavano dietro un clima di festa anche un uso e un abuso di sostanze stupefacenti, quindi non ci sentiamo di registrarlo completamente come atto strampalato, anche se ci sembra quanto meno pretestuoso dare il via ad una legislatura focalizzandosi sui rave.

Il tema invece che emerge in questi giorni è il direttivo RAI, rinnovato, via il managmnet accusato di pendere a sinistra e dentro forze nuove, tutte maschili però neanche una donna.

Ora la parola al popolo sovrano.

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