Schlein vira verso una formazione laburista, liberale o no?
Che campeggi un po’ di confusione all’interno del PD lo si era capito da tanto tempo, che questa sia l’ennesima prova, sì, è vero.
Schlein vira il timone verso uno schieramento social-democratico, forse e sottolineo forse, lasciandosi alle spalle i liberal democratici, o comunque mettendoli ai margini, insieme alle frange cattoliche del partito.
Una scelta azzardata quella di escludere l’ala liberale, quindi quella più vicino alla destra, anche se ammettiamo che avvicinarsi ai movimenti può essere una carta interessante da spendere dopo i vari tonfi nelle precedenti edizioni elettoriali.
Una linea politica va adottata, è chiaro, fare la controfigura della destra in tutto e per tutto non paga, rivolgersi solamente ad ambientalisti, fluid gender e immigrati, impantana il partito in demagogie da mercato schick popolare. Stringere sui movimenti può essere una scelta comprensibile, purchè, secondo noi, non si lasci ai margini l’ala liberale del partito, quindi non si penda troppo troppo a sinistra ma ci si avvicini un minimo verso il centro e si adotti un pluralismo di identità con una visione comune di base.
Anche le frange cattoliche non vanno messe da parte, le quali costutuiscono una bussola ragionevole per l’italia e per il partito stesso. Ma qui ci si scontrerebbe con le vocazioni della Schlein, probabilmente e allora mettere pace non sarebbe facile.
Insomma Schlein le carte le ha, l’esperienza se la farà, ma deve valutare con attenzione quello che farà nelle prossime settimane, perchè leadership e linea politica saranno quelle che poi si confronteranno con i liberal conservatori del Centro Destra, i quali, nonostante qualche lite, hanno le idee un po’ meno confuse.